Il martire Aretha e con lui 4299 martiri

Commemorati il 24 ottobre

Il martire Aretha e con lui 4299 martiri patirono per il Signore Gesù Cristo nel VI secolo. Aretha era governatore della città di Negran in Arabia, i cui abitanti erano cristiani. Il re arabo (o omirita), Dunaan, che era ebreo, decise di estirpare il cristianesimo dalla sua terra ed emanò un editto secondo cui tutti i seguaci di Cristo dovevano essere messi a morte. Gli abitanti di Negran rimasero fedeli al Signore e Dunaan venne con un grande esercito per distruggere la città. Alle mura della città di Negran gli araldi del re annunciarono che Dunaan avrebbe lasciato vivere solo coloro che avessero rinunciato al crocifisso Galileo e alla sua Croce, chiamata da lui "segno di maledizione". Non osando assaltare la città cristiana con la forza, Dunaan ricorse a uno stratagemma, giurando che non avrebbe costretto i cristiani a convertirsi all'ebraismo, ma avrebbe semplicemente imposto una tassa sui tributi a Negran. Gli abitanti della città non ascoltarono il consiglio di sant'Aretha ( il suo nome in greco significa "virtù", quasi a suggerire qui letteralmente che il popolo non ascoltò la voce della virtù ), e riponendo la propria fiducia in Dunaan, spalancarono le porte della città. Il giorno dopo Dunaan diede ordine di accendere un immenso falò e di gettarvi dentro tutto il clero della città, così da spaventare tutto il resto dei cristiani. Furono così bruciati 427 uomini. Il governatore Aretha e gli altri capi furono gettati in prigione. Allora l'oppressore mandò per la città i suoi messaggeri, per convertire i cristiani all'ebraismo. E lo stesso Dunaan conversava con quegli abitanti usciti dalle prigioni, dicendo: "Non vi chiedo che rinunziate al Dio del cielo e della terra, né voglio che adoriate gli idoli, ma voglio semplicemente che non crediate in Gesù Cristo, poiché il Crocifisso era un uomo, e non Dio». A questo risposero i santi martiri, che Gesù è Dio il Verbo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, che per la salvezza dell'umanità si è fatta carne dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria. “Non abiureremo Cristo, poiché Egli è per noi Vita, e morire per Lui è ritrovamento della Vita”, dichiararono i sofferenti a Dunaan. E più di quattromila cristiani, uomini, donne, anziani e bambini della città di Negran e dei villaggi circostanti, accettarono la morte da martiri per Cristo.