San Cirillo, Arcivescovo di Alessandria

Commemorato il 9 Giugno e il 18 Gennaio

Il santo Cirillo, arcivescovo di Alessandria, illustre paladino dell'Ortodossia e grande maestro della Chiesa, proveniva da un'illustre e pia famiglia cristiana. Studiò le scienze secolari, tra cui anche la filosofia, ma soprattutto si sforzò di acquisire la conoscenza delle Sacre Scritture e delle verità della fede cristiana. In gioventù San Cirillo entrò nel monastero di San Makarios sulle colline di Nitreia, dove rimase per sei anni. Il Patriarca di Alessandria Teofilo (385-412) lo ordinò alla dignità di diacono, lo annoverò tra il clero e, visto il suo talento, gli affidò la predicazione. Alla morte del patriarca Teofilo, San Cirillo fu eletto all'unanimità al trono patriarcale della Chiesa alessandrina. Guidò la lotta contro la diffusione ad Alessandria dell'eresia novaziana, che insegnava che un cristiano, essendosi allontanato dalla Chiesa durante il periodo di persecuzione, non può essere nuovamente ricevuto da essa. San Cirillo, vedendo l'inutilità di ammonire gli eretici, chiese la loro espulsione da Alessandria. Gli ebrei apparivano come un pericolo maggiore per la Chiesa, facendo ripetute rivolte, accompagnate dalla brutale uccisione di cristiani. Il santo lottò a lungo con loro. E per finire con il rimanente paganesimo, il santo scacciò i demoni da un antico tempio pagano e costruì sul luogo una chiesa. In esso furono trasferite le reliquie dei santi Anargiri Ciro e Giovanni. Compito ancora più difficile attendeva il santo con l'emergere dell'eresia nestoriana. Nestorio, un presbitero della Chiesa di Antiochia, fu scelto nel 428 nella cattedra di Costantinopoli e qui ebbe la possibilità di diffondere ampiamente il suo insegnamento eretico, diretto contro il dogma sull'unione senza mescolanza di due nature nella Persona del Signore Gesù Cristo. Nestorio chiamava la Madre di Dio non la Theotokos ossia"Colei che ha partorito Dio", ma piuttosto Christotokos o "Cokei che ha partorito Cristo",volendo intendere nella sua mente eretica che la Madre di Dio avrebbe dato alla luce solo un uomo chiamato Cristo, ma non Dio incarnato in un corpo divino-umano ("Theantropos" in greco) come invece afferma l'Ortodossia della Fede Cristiana. Il santo patriarca Cirillo scrisse ripetutamente a Nestorio e gli fece notare il suo errore, ma Nestorio continuò a perseverare in esso. Quindi il santo inviò epistole contro il nestorianesimo al clero della chiesa di Costantinopoli e al santo imperatore nobile Teodosio il Giovane (408-450), due trattati con una denuncia dell'eresia. San Cirillo scrisse anche ad altre Chiese, a Papa Celestino e agli altri Patriarchi, e persino ai monaci di diversi monasteri, avvertendo dell'emergere di una pericolosa eresia. Nestorio iniziò un' aperta persecuzione contro gli ortodossi. Alla sua presenza uno dei suoi partigiani, il vescovo Dorotheos, pronunciò dalla cattedra della chiesa un anatema contro hiunque chiamasse la Santissima Vergine Maria con l'appellativo di "Theotokos". Nestorio odiava San Cirillo e lanciava contro di lui ogni tipo di calunnia e macchinazione, definendolo un eretico. Il santo con tutti i suoi poteri continuò a difendere l'Ortodossia. La situazione si aggravò a tal punto che fu necessario convocare un Concilio Ecumenico, che si aprì nell'anno 431 nella città di Efeso. Al Concilio arrivarono ​​200 vescovi di tutte le Chiese cristiane. Nestorio, in attesa dell'arrivo del vescovo di Antiochia Giovanni e di altri vescovi siriani, non acconsentì all'apertura del Concilio. Ma i padri del Concilio iniziarono ugualmente le sessioni, presiedute dal Patriarca alessandrino San Cirillo. Dopo aver esaminato l'insegnamento di Nestorio, il Consiglio lo condannò come eretico. Nestorio non si sottomise al Concilio e il vescovo in arrivo Giovanni aprì il cosidetto "concilio dei ladri", che decretò che San Cirillo era eretico. I disordini aumentarono. Per ordine dell'imperatore, il patriarca Cirillo di Alessandria e l'arcivescovo Memnon di Efeso furono rinchiusi in prigione. E in questa misura anche Nestorio fu deposto. Presto i santi Cirillo e Memnone furono liberati e le sessioni del Consiglio continuarono. Nestorio, non sottomettendosi alle determinazioni del Concilio, fu privato del rango sacerdotale e per ordine dell'imperatore inviato nel luogo lontano Sasim nel deserto libico, dove morì tra gravi tormenti: la sua lingua, avendo bestemmiato la Madre di Dio, fu divorata dai vermi. Anche il vescovo Giovanni d'Antiochia e i restanti vescovi siriani firmarono i decreti del Concilio di Efeso. San Cirillo guidò per 32 anni la Chiesa alessandrina: verso la fine della sua abbondante attività il gregge fu purificato dagli eretici. Con delicatezza e cautela San Cirillo si avvicinava a chiunqueche per la propria semplicità e mancanza di conoscenza cadesse nella falsa saggezza. A un certo anziano, un asceta di vita profonda, che considerava erroneamente il Sommo Sacerdote giusto dell'Antico Testamento Melchisedek come il Figlio di Dio, San Cirillo si rivolse con la richiesta di pregare il Signore in modo che rivelasse correttamente come considerare quel giusto. Dopo tre giorni l'anziano andò da San Cirillo e disse che il Signore gli aveva rivelato che Melchisedek era sommo sacerdote e un semplice uomo. San Cirillo imparò a superare il suo pregiudizio contro la memoria del grande ierarca santo Giovanni Crisostomo (+ 407, Comm. 13 novembre). Infatti Il patriarca di Alessandria Teofilo, per nascita zio del santo, fu un antagonista del santo Giovanni Crisostomo e presiedette un consiglio contro di lui per giudicarlo. San Cirillo fin dalla sua giovinezza si trovò così in un circolo di persone nemiche a San Giovanni Crisostomo e involontariamente acquisì pregiudizi contro di lui. Il monaco Isidoro di Pelusio (+ c. 436-440, Comm.4 febbraio) scrisse ripetutamente a San Cirillo e lo esortò a includere il nome del grande padre della Chiesa nell'elenco dei dittici dei santi, ma San Cirillo non era d'accordo e non lo fece. Ma una volta in sogno vide un tempio meraviglioso, in cui era presente la Madre di Dio circondata da una schiera di angeli e santi, in cui si trovava anche San Giovanni Crisostomo. Quando San Cirillo voleva avvicinarsi alla Santissima Signora e offrire alla Sua venerazione, San Giovanni Crisostomo non glielo permise. La Madre di Dio chiese a San Giovanni di perdonare San Cirillo, per aver peccato contro di lui per ignoranza. Vedendo che San Giovanni esitava, la Madre di Dio disse: "Perdonalo per Me, poiché ha lavorato molto per il Mio onore, e Mi ha glorificato tra il popolo chiamandomi Madre di Dio, Theotokos". San Giovanni rispose: "Per tua intercessione, Signora, lo perdono", e poi con amore abbracciò e abbracciò San Cirillo. San Cirillo si pentì di aver mantenuto la rabbia contro il grande santo di Dio. Dopo aver convocato tutti i vescovi egiziani, fece una solenne celebrazione festiva in onore di San Giovanni Crisostomo. San Cirillo morì nell'anno 444, lasciando molte opere. In particolare vanno menzionati: o Commentari Sul Vangelo di Luca, Sul Vangelo di Giovanni, Sulle epistole dell'apostolo Paolo ai Corinzi e agli Ebrei, anche un'Apologia in difesa del cristianesimo contro l'imperatore Giuliano l'Apostata (361-363). Di grande importanza sono: Cinque libri contro Nestorio, un'opera sulla Santissima Trinità con il titolo "Thesaurus", scritto contro Ario ed Eunomio, anche due composizioni dogmatiche Sulla Santissima Trinità contraddistinte da una precisa esposizione dell'insegnamento ortodosso sulla Processione dello Spirito Santo. San Cirillo ha scritto un'opera contro l'antropomorfismo, per diversi egiziani, che per ignoranza rappresentavano Dio in forma umana. Tra le numerose opere di San Cirillo ci sono anche le "Discussioni", tra cui il commovente ed edificante "Discorso sull'esodo dell'anima".