San Giuseppe l'Innografo, di Sicilia (883)

Commemorato il 3 aprile

San Giuseppe era siciliano, figlio di Plotino e di Agata. Poiché la Sicilia era stata soggiogata dai musulmani, partì di là e, passando di luogo in luogo, venne con san Gregorio della Decapoli (vedi 20 novembre) a Costantinopoli, dove sopportò amare afflizioni a causa del suo pio zelo. In viaggio verso Roma, fu catturato dai pirati arabi e portato a Creta, da dove tornò in seguito a Costantinopoli. Divenne un eccellente innografo e si riposò in santità poco dopo l'886 (secondo alcuni, era nell'883). I canoni melismatici del Menaion sono principalmente opera di questo Giuseppe, e portano il suo nome nell' acrostico della Nona Ode. Egli compose anche la maggior parte del libro sacro noto come il Paracletico, che completa l' Octoechos. Proprio per questo Giuseppe è chiamato per eccellenza "Innografo". (Grande Horologion). Le "amare afflizioni" che soffrì san Giuseppe furono probabilmente dovute (a giudicare dalle date) alla sua venerazione delle sacre icone. Nota: nel calendario slavo viene commemorato il 4 aprile.