Il Santo martire Longino il Centurione


Commemorato il 16 ottobre

Il santo martire Longino il Centurione, soldato romano, prestava servizio in Giudea sotto il comando del procuratore Ponzio Pilato. Al tempo dell'esecuzione del Salvatore vi era il distaccamento di soldati al comando di Longino, che vegliava intorno al Golgota, proprio ai piedi della Santa Croce. Longino e i suoi soldati furono testimoni oculari degli ultimi istanti della vita terrena del Signore, e dei grandi e tremendi portenti che apparvero alla sua morte. Questi eventi sconvolsero l'anima del soldato. Longino credette allora in Cristo e davanti a tutti confessò che, «in verità, costui era il Figlio di Dio» (Mt 27, 54). Secondo la tradizione della Chiesa, Longino era quel soldato che con una lancia trafisse il costato del Salvatore Crocifisso, e dal deflusso del sangue e dell'acqua ricevette guarigione da un'afflizione dell'occhio. Dopo la crocifissione e la sepoltura del Salvatore, Longino con la sua compagnia fece la guardia al Sepolcro del Signore. Qui ai soldati fu dato di vedere la risurrezione di Cristo tutto radiante. Gli ebrei li persuasero con una tangente a testimoniare falsamente che i suoi discepoli avevano rubato il Corpo di Cristo, ma Longino e due dei suoi compagni rifiutarono di farsi sedurre dall'oro ebraico. Avendo creduto nel Salvatore, i soldati accettarono il Battesimo dagli apostoli e decisero di rinunciare al servizio militare. Longino lasciò la Giudea e si mise a predicare Cristo Gesù Figlio di Dio nella sua terra natale, in Cappadocia. Lo seguirono anche i suoi due compagni. Le parole infuocate degli effettivi partecipanti ai grandi avvenimenti della Giudea influenzarono i cuori e le menti dei Cappadoci e il cristianesimo iniziò rapidamente a diffondersi nelle città e nei villaggi circostanti. Avendo appreso ciò, gli anziani ebrei persuasero Pilato a inviare una compagnia di soldati in Cappadocia, per uccidere Longino e i suoi compagni. La compagnia di soldati inviata giunse nel villaggio natale di Longino e lo stesso centurione uscì incontro ai soldati e li portò a casa sua. Dopo un pasto, i soldati raccontarono lo scopo del loro arrivo, non sapendo che il padrone di casa era proprio quello stesso uomo che stavano cercando. Quindi Longino e i suoi compagni si identificarono e chiesero ai soldati sorpresi, imperturbabili, di svolgere il loro dovere di servizio militare. I soldati volevano liberare i santi e consigliavano loro di fuggire, ma i santi si rifiutarono di farlo, mostrando fermezza di volontà ad accettare la sofferenza per Cristo. I santi martiri furono decapitati, i loro corpi furono seppelliti là dove i santi diedero la loro ultima testimonianza, e le teste mozzate furono inviate a Pilato. Pilato ordinò di gettare i martiri nella spazzatura fuori le mura della città. Dopo un pò giunse a Gerusalemme una certa cieca per pregare nei luoghi santi. San Longino le apparve in sogno e le disse che doveva trovare la sua testa e seppellirla. Condussero la cieca nella discarica. Toccata la testa del martire, alla donna fu concessa la vista agli occhi. Con riverenza consegnò il venerabile capo in Cappadocia e lì gli diede sepoltura.


   Icona