San Melezio, arcivescovo di Antiochia


Commemorato il 12 febbraio

San Melezio, arcivescovo di Antiochia, fu dapprima vescovo di Sebasteia in Armenia (c.357), e in seguito fu convocato dall'imperatore Costanzo ad Antiochia per aiutarlo a difendersi dall'eresia ariana, e lì ricevette la sede vescovile. San Melezio lottò con zelo contro l'errore ariano, ma a causa degli intrighi degli eretici fu deposto tre volte dalla sua cattedra, infatti Costanzo era stato circondato dagli Ariani ed era stato spinto verso la loro posizione. In tutto questo San Melezio si distinse per una straordinaria gentilezza, e guidava costantemente il suo gregge con l'esempio della propria virtù e della sua gentile disposizione, presupponendo che su un terreno simile germogliassero più facilmente i semi del vero insegnamento della fede. San Melezio fu colui che ordinò diacono il futuro gerarca San Basilio Magno e battezzò e incoraggiò la crescita sotto di lui anche di un altro dei più grandi luminari dell'Ortodossia, San Giovanni Crisostomo, che in seguito scrisse un elogio al suo ex arcipastore. Dopo Costanzo, il trono fu occupato da Giuliano l'Apostata, e il santo fu nuovamente espulso, dovendosi nascondere in luoghi segreti per la sua sicurezza. Ma tornando di nuovo sotto l'imperatore Gioviano nell'anno 363, San Melezio scrisse il suo trattato teologico, "Esposizione della fede", che facilitò la conversione all'Ortodossia di molti ariani. Nell'anno 381, sotto l'imperatore Teodosio il Grande (379-395), fu convocato il Secondo Concilio Ecumenico. Già nell'anno 380 il santo si era recato al Secondo Concilio Ecumenico a Costantinopoli, e venne a presiederlo. Prima dell'inizio del Concilio, San Melezio alzò la mano mostrando tre dita, poi congiungendo due dita e piegando la terza, benedisse il popolo, proclamando: "Noi comprendiamo tre persone ipostatiche e parliamo di una stessa natura", e con questa dichiarazione del santo balenò il fuoco di un fulmine. Durante il tempo del Concilio San Melezio spirò al Signore. San Gregorio di Nissa onorò la memoria del defunto con una parola elogiativa. Sono conservati i discorsi di San Melezio riguardanti la natura coessenziale del Figlio di Dio con Dio Padre, e anche la sua lettera all'imperatore Gioviano sulla confessione della Santissima Trinità. Le reliquie di San Melezio furono trasferite da Costantinopoli ad Antiochia.


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