Santi Timoteo e Maura

Santi Timoteo e Maura

Commemorati il 3 maggio

I santi Timoteo e Maura soffrirono per la fede durante il periodo delle persecuzioni sotto l'imperatore Diocleziano (284-305). San Timoteo proveniva dal villaggio di Perapa (Tebaide egiziana) ed era figlio di un sacerdote di nome Pikolpossos. Divenne lettore tra il clero della chiesa e similmente custode e copista di libri del servizio divino. San Timoteo venne accusato di essere custode di libri cristiani, che per ordine dell'imperatore dovevano essere confiscati e bruciati. Portarono San Timoteo davanti al governatore Ariano, che gli chiese di consegnare i libri del clero. Per il suo rifiuto di obbedire al comando, sottoposero il santo a orribili torture. Gli infilarono nelle orecchie due sbarre di ferro roventi, a causa delle quali perse la vista e divenne cieco. San Timoteo sopportò coraggiosamente il dolore e rese grazie a Dio, per avergli concesso di soffrire per Lui. Gli aguzzini appesero il santo a testa in giù, mettendogli in bocca un pezzo di legno, e gli legarono al collo una pesante pietra. La sofferenza di san Timoteo fu così estrema, che gli stessi che eseguivano il tormento cominciarono a implorare il governatore di alleviare il supplizio. Poi informarono Ariano che Timoteo aveva una giovane moglie di nome Maura, che aveva sposato appena 20 giorni prima. Ariano diede ordine di portare Maura, sperando che così potessero spezzare la volontà del martire. Su richiesta di Maura, tolsero il pezzo di legno dalla bocca del martire, perché potesse parlare. San Timoteo esortava la moglie a non temere le torture e ad andare con lui per la via della Vita. Santa Maura rispose: "Sono pronta a morire con te", e con coraggio si confessò cristiana. Ariano diede ordine di strapparle i capelli dalla testa e di tagliarle le dita dalle mani. Santa Maura con gioia subì il tormento e ringraziò perfino il governatore per il supplizio, patito per la redenzione dei peccati. Allora Ariano diede ordine di gettare Santa Maura in un calderone bollente, ma lei non avvertì alcun dolore e rimase illesa. Sospettando che i servi, per compassione per la martire, avessero riempito il calderone di acqua fredda, Ariano si avvicinò e ordinò al santo di spruzzargli sulla mano l'acqua del calderone. Quando il martire fece ciò, Ariano urlò di dolore e ritrasse la mano sfregiata. Quindi, ammettendo momentaneamente la potenza del miracolo, Ariano confessò Dio in cui Maura credeva come il Vero Dio e diede ordine di liberare il santo. Ma il diavolo deteneva ancora un grande potere sul governatore, e presto iniziò di nuovo a esortare Santa Maura a offrire sacrifici agli dei pagani. Non essendo arrivato da nessuna parte, Ariano fu sopraffatto ancora di più da una rabbia satanica e iniziò a inventare nuove torture. Poi la gente cominciò a mormorare e a chiedere la fine degli abusi su questa donna innocente. Ma santa Maura, rivolgendosi al popolo, disse: «Nessuno mi difenda, ho un solo difensore: Dio, nel quale confido». Infine, dopo lunghi tormenti, Ariano diede ordine di crocifiggere i martiri. Nel corso di dieci giorni rimasero appesi alle croci faccia a faccia l'uno con l'altro. Nel decimo giorno del martirio i santi offrirono le loro anime al Signore. Ciò avvenne nell'anno 286. In seguito a Costantinopoli iniziò la solenne celebrazione della memoria dei santi martiri Timoteo e Maura, e fu costruita una chiesa in loro onore.

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